Arte Rupestre nelle Alpi - Le incisioni rupestri del M. Bego
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Il Monte Bego e la Valcamonica costituiscono le due maggiori aree alpine di arte rupestre. In quanto a qualità e quantità di segni incisi non trovano paragoni in altre valle alpine.

In Valcamonica si stima siano state incise circa 200-300.000 figure. Al Bego sono state rilevate e contate circa 35.000 figure.

Lavagne di roccia
Per spiegare una tale concentrazione si è spesso ipotizzata la presenza di due santuari all'aria aperta, se non di vere e proprie montagne sacre.

Benché non si possano mettere in secondo piano le motivazioni religiose, non possiamo dimenticare che le rocce, arenarie in Valcamonica e arenarie (peliti) al Bego, si sfogliano con difficoltà, non sono troppo dure, e sono perfettamente levigate dai ghiacciai, mostrando grandi superfici simili a lavagne naturali, pronte a ricevere i segni lasciati dalle culture alpine.

Bisogna pertanto trovare proprio nel supporto roccioso la spiegazione fondamentale di una così grande concentrazione di incisioni martellinate.

Il Parco
La zona incisa si estende principalmente lungo la Valle delle Meraviglie e lungo la valle di Fontanalba. Siamo nelle Alpi Marittime, vicino a Tenda, zona italiana fino al 1947, quando un referendum riunì questi territori piemontesi a Nizza, già francese dal 1860.


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L'area delle incisioni gravita all'interno del Parco Nazionale del Mercantour, un magnifico parco d'alta montagna (fino a 3000 m), ad eccezione di una zona ancora in territorio italiano, inclusa nel confinante Parco dell'Argentera.
Le incisioni si diffondono oltre i 2000 m di quota, fino a 2500-2600 m . Pertanto le rocce sono coperte di neve da Ottobre-Novembre fino a Giugno. Una volta libere dalla neve mostrano magnifici colori, dal rosso al verde e al violetto.

Il turismo estivo montano è molto sviluppato, con numerosi visitatori che accorrono sia per vedere le incisioni, sia per camminare lungo gli estesi percorsi d'alta quota, sia per osservare animali quali stambecchi e camosci.

I pastori raggiungono ancora gli alpeggi durante l'estate, facendo salire ai pascoli montani numerose mandrie di mucche e greggi di pecore.

L'area è ben sorvegliata dai guardiani del parco: sia alle Meraviglie che a Fontanalba si possono seguire solo determinati percorsi.

Per meglio vedere (e comprendere) le incisioni è opportuno seguire le visite guidate, che, durante l'estate, partono due o tre volte ogni mattina. Non è facile trovare da dormire nei rifugi: è meglio prenotarsi parecchie settimane prima. Ecco alcuni numeri utili:

Per raggiungere le prime rocce incise sono necessarie 3-4 ore di cammino (Valle delle Meraviglie). Due ore per Fontanalba.

La ricerca

Per una dettagliata storia delle ricerche, vedi anche: ARCÀ A. 2012, Piero Barocelli, l’archeologo delle Meraviglie Un pioniere dell’archeologia rupestre italiana ed europea, in Quaderni della Soprintendenza Archeologica del Piemonte, 27, 77-100 (ri-pubblicato su Internet da TRACCE Online Rock art Bulletin).

Le incisioni sono conosciute da sempre dagli abitanti del fondovalle, che proprio per questo hanno chiamato la zona Valle delle Meraviglie. Possiamo trovare un primo riferimento scritto nel 1460 in un lettera di Pierre de Monfort (C'etatit lieu infernal avec que figures de diables et mille démones partout taillez en rochiers - era un luogo infernale con figure di diavoli e mille demoni scolpiti nelle rocce) e in una guida del 1650 di Pietro Gioffredo (I laghi su menzionati sono detti laghi delle Meraviglie perché nei loro pressi sono state rinvenute, e ciò è motivo di grande meraviglia nei visitatori, rocce di vari colori, quasi levigate, che portano incise un migliaio di figure) .

Il primo e ancora oggi uno dei più importanti studiosi fu Sir Clarence Bicknell, un botanico londinese che passò le sue estati dal 1897 al 1918 documentando (fotografie e 16.000 frottage) e scoprendo migliaia di segni incisi.


Barocelli

Dal 1927 al 1942 Carlo Conti ricevette l'incarico da Piero Barocelli (a destra nella foto), Soprintendente Archeologo del Piemonte e uno dei primi archeologi rupestridi tutta Europa, di studiare le incisioni. Catalogò 35.000 figure, e operò uno scavo archeologico al Gias del Ciari (riparo del topo), rinvenendo ceramica neolitica Cardiale e piccole lamelle di selce (denti di falce). Divise la regione in XXI zone, con numerazione romana. Per il ruolo fondamentale di Piero Barocelli nella storia delle ricerche sul Mont Bego si può leggere questo articolo su TRACCE Online Rock Art Bulletin, già pubblicato nei Quaderni della Soprintendenza Archeologica del Piemonte (QSAP 27, 2012).

Dal 1967 l'équipe del Prof. Henry De Lumley sta studiando la regione, portando a termine un gigantesco programma di documentazione.Musée de Merveilles - Tende

Sono state rilevate 35mila figure (50mila comprese quelle storiche), e il nuovo Museo di Tenda (con numerosi calchi che riproducono perfettamente le superfici incise pił interessanti) č ora aperto al pubblico.

Come datare e interpretare

Per una cronologia articolata delle figure incise della zona del Bego si può consultare questo articolo (in francese): ARCÀ A., 2011. Entre Bégo et Val Camonica, une clé pour mieux comprendre l'origine de l'art rupestre dans les Alpes, Bulletin d'études préhistoriques et archéologiques alpines, XXII, Aoste, pp. 71-89 (ri-pubblicato su Internet da TRACCE Online Rock art Bulletin).

Nella regione del Monte Bego possiamo trovare incisioni storiche e preistoriche. Possono essere distinte in incisioni picchiettate e incisioni graffite. Le incisioni picchiettate sono per lo più preistoriche, mentre i graffiti (ottenuti anche con un coltellino, è bene evitare qualsiasi tentativo) per lo più storici.

Valcamonica Bego daggers

Si trovano tre tipologie principali: corniformi (80%, bovidi), armi (7.5%, pugnali e alabarde), reticolati (12.5%, reticoli ortogonali e incisioni topografiche).

Alcuni studiosi ritenevano che le figure risalissero per lo più all'Antica età del Bronzo (1800-1500 a.C.). Ora gli archeologi riconoscono, come già anticipato da Barocelli, che la maggior parte delle figure di armi risale all'età del Rame, piena e finale (III millennio a.C.). Questa fase è preceduta da quella delle composizioni topografiche. Per un'esame aggiornato della cronologia delle incisioni del Monte Bego si può leggere questo articolo su TRACCE Online Rock Art Bulletin, già pubblicato sul BEPAA - Bulletin d'Etudes Préhistoriques et Archéologiques Alpines (2011).

Per quanto riguarda le incisioni topografiche è opportuno riferirle al Neolitico - prima età del Rame, come è dimostrato dall'analisi delle identiche figure della Valcamonica. Iscrizioni latine e greche sono state incise a tecnica lineare, così come figure e scritte medievali e recenti. In conclusione le incisioni preistoriche del Monte Bego coprono un periodo che va dal Neolitco Finale all'Anttica età del Bronzo, escludendo quindi l'età del Ferro, che invece è predominante in Valcamonica. Riguardo a ciò non possiamo escludere un collegamento con il raffreddamento climatico avvenuto durante l'età del Ferro.

Osservando i temi incisi possiamo notare un netta distinzione tra figure legate alla terra (topografiche, bovidi, scene di aratura) e figure legate alla lotta (armi quali pugnali e alabarde.

Le incisioni a tema agricolo-pastorale appaiono essere le più antiche, spesso sovrapposte dai pugnali. Non possiamo escludere una (stretta?) relazione con il mondo della pastorizia, così come non possiamo escludere intenti rituali nell'incidere figure dal profondo valore culturale o bene-augurante.

Per saperne di più

  1. BICKNELL C., 1913. Guide to Prehistoric Rock Engravings of the Italian Maritime Alps
  2. DE LUMLEY H., 1995. Le grandiose et le sacré, Edisud, Aix en Provence
  3. ARCÀ A. 2009, Monte Bego e Valcamonica, confronto fra le più antiche fasi istoriative. Dal Neolitico all’età del Bronzo Antico, parallelismi e differenze tra marvègie e pitóti dei due poli dell’arte rupestre Alpina, in Rivista di Scienze Preistoriche, LIX, 265-306.
  4. ARCÀ A., 2011. Entre Bégo et Val Camonica, une clé pour mieux comprendre l'origine de l'art rupestre dans les Alpes, Bulletin d'études préhistoriques et archéologiques alpines, XXII, Aoste, pp. 71-89.
  5. ARCÀ A. 2012, Piero Barocelli, l’archeologo delle Meraviglie Un pioniere dell’archeologia rupestre italiana ed europea, in Quaderni della Soprintendenza Archeologica del Piemonte, 27, 77-100.



Album fotografico
  1. Incisioni topografiche, Fontanalba (Neolitico Finale o prima età del Rame)
  2. Spirale, Fontanalba (prima età del Rame?)
  3. Uomo che brandisce un'alabarda, Fontanalba (tarda età del Rame)
  4. Scena di aratura, Fontanalba (tarda età del Rame)
  5. Corniforme, Fontanalba (Età del Rame - Età del Bronzo)
  6. Pugnale, Valle delle Meraviglie (antica età del Bronzo)
  7. Il Mago, Valle delle Meraviglie (età del Bronzo)
  8. Alabarda con rivetti, Valle delle Meraviglie (antica età del Bronzo)
  9. Lungo le Ciappe di Fontanalba (2400 m)
  10. Vedi anche (6 figure nel Salvaschermo dell'Arte Rupestre Alpina)

Queste immagini non sono utilizzabili per uso commerciale. Prego cont@tt@rci (foto AA, Orme dell'Uomo)


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© Andrea Arcą 30-Jun-96,09:27:58 – aggiornamento 2012
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Orme dell'Uomo