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Sezione Tradizioni Popolari
Scheda N. 2
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Giaglione - Danza degli Spadonari


Giaglione, danza degli Spadonari

Data: 22 gennaio (san Vincenzo) e domenica successiva

Personaggi:

  • quattro spadonari, indossano un costume, tramandato di generazione in generazione, composto da un giubbotto di stoffa colorata (diverso per ogni spadonaro) con alamari, decorazioni e frange, un grembiulino di foggia massonica, pantaloni e scarpe blu, camicia e guanti bianchi, un copricapo ricoperto di fiori in seta e frutti, con lunghi nastri colorati. Il più anziano di quattro è sempre il primo della fila, e conduce la danza.
  • sei priore, di età diversa: due ragazze nubili (priore di S. Caterina), due donne sposate di mezza età (priore del Sacro Cuore, presiedono alla solennità del Corpus Domini), due donne più anziane (priore di S. Vincenzo, presiedono i festeggiamenti per la festa patronale; il loro compito è di provvedere agli addobbi della chiesa, al rinfresco, alla cena per la banda, alla colletta annuale per le candele, la partecipazione a tutti i funerali della comunità e all'organizzazione della festa). Il costume, molto antico, è di origine savoiarda e un tempo era indossato da tutte le donne del paese, e comprende un copricapo in velluto nero, con fiocco sulla parte posteriore e lunghi nastri in seta (la più anziana della coppia tiene il fiocco sulla sinistra), abito lungo e scialle, collarino formato da un nastro di velluto nero a cui è annodata una grossa croce d’oro lavorata a sbalzo. Il colore del vestito è diverso per ciascuna coppia di priore. Le priore restano in carica un anno, che decorre dalla festa della Madonna del Rosario ed è proclamata in chiesa dal parroco, segue una rotazione tra le varie borgate del paese;
  • la portatrice del bran, una ragazza giovane e non ancora sposata, anch’essa con l’abito da priora, che è aiutata, durante la processione, da due giovani;
  • banda musicale del paese
  • pompieri
  • coscritti (ragazzi che compiono 18 anni durante l’anno)
  • sindaco
  • parroco
  • confraternita maschile del Santo Nome di Gesù
  • chierichetti
  • coro

Simboli e oggetti:

  • il bran, una struttura in legno a forma di albero, alta circa 2 metri e mezzo, ricoperto di fiori e grappoli d’uva in plastica, spighe di grano, con fiocchi e nastri colorati; un cerchio alla base e due manici permettono alla ragazza di tenerlo in equilibrio sulla testa. Durante la funzione in chiesa esso è deposto in una cappella laterale. Il bran ricorda l’albero di maggio.
  • il pane della carità: è una grossa forma di pane bianco posto alla base del bran, che durante la messa viene benedetto e diviso tra i fedeli, in segno di abbondanza e di speranza futura; un tempo il pane bianco, di grano, era considerato un lusso, si consumava solo nelle feste, mentre quotidianamente si mangiava il pane scuro, di segale.
  • reliquie e statua del santo
  • quattro spade, lunghe 130 cm, con lama dritta a doppio taglio
  • ceri, con addobbi floreali, che le priore e i componenti le confraternite portano durante la processione.

Origini: Circa le origini delle danze di spade, considerate tra le più antiche vi sono varie ipotesi; alcuni le fanno derivare da cerimonie precristiane di propiziazione, svolte per invocare la fecondità primaverile e l’abbondanza dei raccolti, altri le collegano alla tradizione bellica dei Celti.

Svolgimento: La festa ha inizio alla mattina. I vari personaggi si radunano alla casa della priora più anziana, che offre il rinfresco. Da qui parte la processione, formata dagli spadonari, dalla banda musicale, dalla portatrice del bran, dalle priore, dai chierichetti, dalla confraternita, dai pompieri, dalle autorità e dalla popolazione, che percorrendo le vie del paese, raggiunge la parrocchiale, prosegue fino al municipio, per tornare nuovamente alla chiesa. Durante il tragitto, gli spadonari danzano in fila indiana, al suono della banda. Un ultimo tratto di processione si svolge intorno alla chiesa, e vede sfilare, portate in spalla dai coscritti, le reliquie del santo, scortate dai quattro spadonari, e la statua, scortata da quattro pompieri (san Vincenzo è il patrono di Giaglione, ed è considerato il protettore contro il pericolo di incendi). Le priore e gli uomini delle confraternite ricevono un cero addobbato con un mazzolino di fiori. Segue la messa solenne, celebrata da tre parroci e cantata in latino, con la benedizione e la distribuzione del pane della carità. Durante la messa gli spadonari sono disposti ai quattro lati dell’altare, e al momento dell’elevazione impugnano le spade con la mano destra, abbassate con la punta sul pavimento, e portano la mano sinistra al copricapo, simulando un saluto militare. Dopo la funzione religiosa gli spadonari danzano – al suono della banda – sul sagrato della chiesa, disposti in quadrato, orientati sui quattro punti cardinali; in seguito, sempre a passo di danza – questa volta in fila indiana – si recano, seguiti dalla popolazione, presso la casa dell’altra priora anziana, che offre a sua volta un rinfresco. Nel pomeriggio ha luogo la funzione del vespro, dopo la quale gli spadonari danzano nuovamente. Si ritiene che la danza sia di buon auspicio per l’abbondanza del prossimo raccolto se la festa si svolge in una giornata di sole, che scioglie la neve caduta nei giorni precedenti.

Danze: L’origine delle danze di spade è molto antica, probabilmente celtico-gallica, ed esse si rifanno ai riti propiziatori per invocare la fertilità della terra e l’abbondanza del raccolto.

Vi sono quattro danze e quattro marce. Le marce si svolgono durante la processione, gli spadonari sono in fila indiana, e impugnano la spada con la mano destra; le danze si svolgono sul sagrato della chiesa, gli spadonari sono disposti in quadrato, e impugnano la spada con due mani.

Le marce sono: nurmal (normale), basulen (di Bussoleno), stekàa (stoccata), venusensa (di Venaus). Le prime tre non sono svolte con un ordine preciso nel corteo, la quarta è eseguita solo quando, alla fine delle danze sul sagrato della chiesa, si riparte in processione. Le danze sono: il saluto, la karàa (quadrata), lu kor an din (il cuore in dentro) o krweisàa (incrociata), lu kor an fora (il cuore in fuori) o la man (la mano). Nelle ultime due danze le spade vengono lanciate in aria e poi riprese. Un movimento delle spade, con la punta rivolta verso il basso .- la pweisàa – imita il gesto della mietitura.

Giaglione, the Swordmen Dance


Giaglione, il cappello di uno  Spadonaro

It takes place on January 22th, feast of St. Vincent, patron saint of the country, and is repeated the following Sunday.

The main characters are:

  • four swordsmen, wearing a costume composed by blue trousers, white shirt, blue shoes, white gloves, a coloured jacket (each one has a different colour), a little apron, and a sort of hat with silk flowers and fruits, and long ribbons on the back
  • six prioresses (two unmarried, two married, middle aged, two older), wearing a black velvet bonnet, a long dress (its colour is different from each couple), with a silk shawl, a black neck-band with a golden cross; they hold office for one year
  • a young prioress, who carry on his head a "bran", that looks like a tree more than 2 m high, with a wooden frame, covered with silk flowers, plastic fruits, wheat ears and ribbons, and on its base a big loaf of white bread
  • the band, the 18 years old boys and girls, the firemen (St. Vincent is their patron), the men confraternity, dressed in white, the priest, the mayor
Giaglione, le Priore e gli Spadonari

In the morning people meet in front of the oldest prioress, who offers sweets and drinks. The procession begins here, and through the streets of the village, reaches the parish church; the band plays and the swordsmen dance in single file (march). Here the 18 years old boys carry on their shoulders the statue of St. Vincent and the relics (kept in the church), the procession continues until the townhall, and comes back to the church.

Then a mass is celebrated and the charity bread is shared among people. After it, the swordsmen dance on the church square, disposed on the cardinal points. Then, marching in single file, they go, always followed by people, to the home of the other older prioress, who offers sweets and drinks to everybody.

In the afternoon, after the vespers, the swordsmen dance again on the church square.

The sword dances have a very old origin, and are linked to the cerimonies made to invoke the spring fruitfulness and a good harvest (the bran is their symbol). The dance is of good omen for the plenty of the next harvest if the feast takes place in a sunny day, that melts the snow fallen the days before.

There are four kinds of marches (in single file) and four kinds of dances (when they are disposed like a square) and they are performed in a due order during the feast.



La Spada sulla Roccia
Convegno La Spada sulla Roccia


Piemonte Parchi
N. 87
- maggio 1999

Periodico di informazione e divulgazione naturalistica della Regione Piemonte

Luna Nuova - bisettimanale di informazione locale
La Spada sulla Roccia
GRCM - MiBAC
La Spada sulla Roccia
(2009)

Danze e duelli tra arte rupestre e tradizioni popolari
della Valcenischia e delle valli del Moncenisio

a cura di Andrea ARCÀ

Volume a carattere archeologico ed etnografico sul rapporto tra arte rupestre e danze armate tradizionali della Valle di Susa e della Valcenischia. Il libro, interamente a colori, contiene oltre 700 fotografie e rilievi, che illustrano i complessi petroglifici delle valli del Moncenisio e che propongono una serie di approfonditi confronti archeologici, in particolare con l'arte rupestre dell'Alta Moriana e della Valcamonica.

Le figure di armati di spada incise sulle rocce della Valcenischia, dettagliatamente illustrate nel volume, possono testimoniare l'origine protostorica della danza degli Spadonari, che si svolge proprio nella valle ai piedi dei contrafforti incisi.



I video del GRCM: Festa di san Vincenzo e danza degli Spadonari. Processione con il bran e danza con le spade. Visto e ripreso il 28 gennaio 2007 - 6':57"


A cura del Gruppo Ricerche Cultura Montana, via Pastrengo 13 - Torino, Scrivici

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