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Sezione Tradizioni Popolari
Scheda N. 5
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Chiomonte, la "Pwento"


Chiomonte, la Pwento

Data: 20 gennaio (San Sebastiano) e domenica successiva

Personaggi:
  • quattro priori (di solito sono coscritti; se non ci sono, si scelgono tra i ragazzi di uno o due anni in più); indossano camicia scozzese in flanella, pantaloni in velluto a coste, gilet nero, cappello nero in panno; fanno ballare la pwento durante la processione
  • sette priore (anch’esse coscritte; se non ce ne sono, si scelgono di età leggermente superiore o inferiore); indossano un abito nero lungo, scialle colorato con lunghe frange, cuffia in pizzo bianca, collarino in velluto nero a cui è annodata una croce brianzonese in oro
  • sette angeli - bambini e bambine - indossano abiti bianchi o azzurri, confezionati dalle loro famiglie, con sulla schiena due ali in cartone bianco, con stelline e festoni argentati, e in testa una coroncina di fili argentati; rappresentano gli angeli che hanno trasportato in cielo l’anima di S. Sebastiano dopo la morte
  • banda musicale
  • parroco
  • alpini
Simboli e oggetti:

  • la pwento (termine in dialetto locale, in italiano "punta"), una forma affusolata alta può di due metri, costituita da un’intelaiatura in ferro, e con alla base due sbarre incrociate, usate come impugnature, e foderata di nastri; un tempo era fatta di legno, e veniva distrutta ogni anno, poi ricostruita; adesso viene conservata in municipio; la pwento rappresenta l’albero al quale è stato legato S. Sebastiano, e ucciso con le frecce; può anche essere collegata alla tradizione dell’albero di maggio, simbolo della fertilità e dell’arrivo della primavera
  • i nastri in seta che ricoprono la pwento sono donati dalle famiglie di Chiomonte; un tempo dopo la festa venivano restituiti ai proprietari
  • lo stemma di Chiomonte, è uno scudo bianco, nella cui parte superiore vi è un sole splendente e in quella inferiore due tralci di vite intrecciati, con un grappolo bianco e uno nero, nel mezzo una banda gialla con scritto JAMAIS SANS TOI (in francese, "mai senza di te"), che significa che l’uva per poter maturare ha bisogno del sole (Chiomonte ha una lunga tradizione vinicola, ed è uno dei punti più alti della Valle di Susa in cui sono coltivate le viti); è posto su un largo nastro bianco con scritto W SAN BASTIAN - motto che viene urlato dai priori durante la processione - , posto in mezzo alla pwento, orizzontalmente

Origini: San Sebastiano è stato il protettore contro la peste fino al ‘300, poi è stato sostituito da San Rocco.

Si dice che San Sebastiano sia stato legato a un albero (identificato qui nella pwento) e ucciso dalle frecce, e che la sua anima sia stata portata in cielo dagli angeli (rappresentati dai bambini).

Non vi sono documentazioni scritte sulla festa, ma si pensa risalga almeno alla metà del ‘700; un tempo, anche solo fino a quaranta-cinquanta anni fa la festa patronale era molto più sentita, perché vi erano molti più abitanti, e c’era meno benessere e meno occasioni per fare festa e divertirsi; durava parecchi giorni, e c’era l’abitudine, in ogni famiglia, di uccidere un vitello e per l’occasione di invitare amici e parenti e di mangiare fin che ce n’era.

Svolgimento: al mattino si trovano tutti alle 10 davanti alla chiesa parrocchiale (è dedicata all’Assunta, all’interno vi è una cappella dedicata a San Sebastiano). Viene celebrata la messa e benedetta la pwento; all’uscita i quattro priori la fanno ballare sulla piazza, al suono della banda musicale, mentre le priore e gli angeli, per mano, alternati, ballano in cerchio.

Poi vanno a mangiare tutti insieme in un ristorante del paese (ogni anno in uno diverso, per non fare torti a nessuno). Un tempo il pranzo era organizzato presso alcune famiglie.

Alle 15 si ritrovano in piazza, poi fanno il giro per il paese; si fa una tappa presso la casa di ciascuna priora, che offre un rinfresco, a base di torcetti, dolci, vino e bibite. Gli alpini offrono anche il vin brulé, ma è un’usanza solo degli ultimi anni. Un tempo veniva offerto il "gateau", dolce tipico di Chiomonte, la cui ricetta è segreta, torcetti e vino Avanà (varietà coltivata nella zona); in occasione della festa ogni famiglia faceva il "gateau" e lo portava a cuocere nel forno comunale. Il percorso varia di anno in anno, siccome le priore cambiano. Durante le tappe la banda suona, i quattro priori fanno ballare la pwento, impugnandola dalla base, e gridano "Viva San Bastian!", le priore e gli angeli ballano attorno, in cerchio. Fino alla metà dell’’800 si ballava la farandoulo, tipica danza occitana, e la banda era costituita da soli quattro elementi, con strumenti tipici.

Un tempo vi era anche l’usanza per le priore di invitare a cena angeli e priori.

Chiomonte, the "Pwento"


Chiomonte, la Pwento

The feast takes place on January 20th, the day of St. Sebastian, patron saint of Chiomonte, and on the following Sunday.

The symbol of the feast is the pwento (the "point"), whose shape is quite like a big spindle, more than two metres high, with a metal frame, and many ribbons (each one belongs to a family of Chiomonte).

The most important characters are:

  • four priors (18 years old boys), dressed with a chequered shirt, velvet trousers, a black hat and a black waistcoat
  • seven prioresses (18 years old girls), dressed in black, with a coloured shawl, a white lace bonnet, a black neck-band with a gold cross
  • seven angels (children), with white and light blue clothes, paper wings with some stars, and a silvery crown on their head; it is said that St. Sebastian’s soul was carried to heaven by the angels.

The feast begins in the morning, at 10, with the mass in the parish church; at the end the four priors dance with the pwento, while the band plays; the prioresses and the angels, alternate, hand in hand, dance in a ring, around them.

Then they go to a restaurant for the lunch, and at 3 they meet on the church square, and here begins the procession through the streets of the village, stopping seven times, in front of the houses of the prioresses (the course changes every year), always dancing.

The prioresses offer sweets and drinks to everybody.

Chiomonte, la Pwento


Luna Nuova - bisettimanale di informazione locale
La Spada sulla Roccia
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La Spada sulla Roccia
(2009)

Danze e duelli tra arte rupestre e tradizioni popolari
della Valcenischia e delle valli del Moncenisio

a cura di Andrea ARCÀ

Volume a carattere archeologico ed etnografico sul rapporto tra arte rupestre e danze armate tradizionali della Valle di Susa e della Valcenischia. Il libro, interamente a colori, contiene oltre 700 fotografie e rilievi, che illustrano i complessi petroglifici delle valli del Moncenisio e che propongono una serie di approfonditi confronti archeologici, in particolare con l'arte rupestre dell'Alta Moriana e della Valcamonica.
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A cura del Gruppo Ricerche Cultura Montana, via Pastrengo 13 - Torino, Scrivici

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