Osservazioni su un sito nei pressi di Finale Ligure

Rocca di Perti

Viene descritto il sito, il suo orientamento ed i reperti (graffiti rupestri, pozze per la raccolta di acqua), nonché formazioni geologiche viciniori di interesse per eventuali rapporti con il sito stesso. Segue una breve analisi sulla possibile utilizzazione e datazione dei reperti in loco.

by Alfredo Pirondini

TRACCE PHP-Nuke version, 2002-2011

Osservazioni su un sito di interesse archeologico
nei pressi di Finale Ligure


Descrizione


Trattasi di una particolare formazione rocciosa in calcare bioclastico risalente al Periodo Miocenico (Pietra del Finale), situato nei pressi del Castelliere delle Anime Rocca di Perti (Finale Ligure).

Il complesso ha una caratteristica forma “ad U”, con apertura rivolta a Est ed è ubicato a m 342 slm, con coordinate 44°11’36,420”N; 8°18’44,100”E.

Attualmente (l’ultima ricognizione dell’Autore risale all’aprile del 2009) la zona è invasa dalla vegetazione che, spesso, nasconde e/o ostacola l’esplorazione del sito stesso.

A chi entra in questa formazione che ricorda vagamente un teatro greco, si presenta ad ovest una formazione rocciosa alta circa 180 cm, con superficie piana (circa 4 mq, presentante canalette e coppelle.

La parete meridionale è separata dalla precedente da un “corridoio” largo circa 2 m, che porta in una zona boscosa.
Su questa parete sono scavati piccoli gradini che sembrano invitare il visitatore alla salita (vedi immagine iniziale).
Una volta in cima a questa parete, percorrendola verso est, dopo circa 4 metri, si arriva ad una fenditura rocciosa a forma ellittica, con diametro maggiore disposto lungo l’asse est-ovest, contenente acqua, nota come Pozza di Acqua Perenne.

 

Tale denominazione trova la sua giustificazione nel fatto che, all’interno del pozzetto, l’acqua è sempre presente, anche nei periodi più secchi dell’anno.
Continuando la salita, si giunge al di sopra di una balza, dove si può notare la presenza di una grande pozza, con fondo levigato e regolare, atta a raccogliere l’acqua piovana che fuoriesce da un canaletto “a perdere” quandoraggiunge il livello di quest’ultimo.

Da questa balza rocciosa si possono ammirare, oltre al bellissimo panorama, le cosiddette “Formaggette”, formazione geologica (simili a grossi pani di formaggio sovrapposti) a sud del nostro punto di osservazione.

 

La parete orientale è di difficile esplorazione, ma potrebbe celare, al di sotto della folta vegetazione, reperti altrettanto interessanti ad una osservazione attenta.

Discussione

A questo punto, si pongono alcuni problemi: non ultimi il significato e la datazione dei reperti in loco ed il loro eventuale rapporto con gli abitanti della Rocca di Perti.

Sappiamo, infatti, che il Castelliere, meglio noto come Villaggio delle Anime, nucleo di altura risalente all’Età del Ferro (circa decimo secolo a.C.), ha origini molto più antiche: infatti nelle grotte circostanti si rinvengono tracce risalenti a circa 8000 anni fa, appartenenti, probabilmente, al Neolitico inferiore.
Le canalette e le coppelle poste sul ciappo della parete occidentale, così come la grande pozza (con canale di scolo annesso) di quella meridionale appaiono, presumibilmente di origine antropica. Non così si può dire della Pozza di Acqua Perenne e delle Formaggette che sono formazioni geologiche dovute, presumibilmente, all’azione erosiva dei fenomeni meteorici.
Tali formazioni avrebbero potuto attirare l’attenzione degli antichi frequentatori della zona.

Da una parte, le Formaggette, poste al sorgere del sole, rispetto all’osservatore, avrebbero potuto fungere da menhir naturale (come ad esempio l’Idolo di Penn della Val Ponci). Dall’altra la Pozza di Acqua Perenne e la grande pozza avrebbero fornito una riserva idrica, molto preziosa in un luogo come questo.

Per quanto riguarda, invece, le incisioni rupestri del ciappo orientale, come per tutte i reperti analoghi, le difficoltà sono ancora maggiori, a causa del fatto che questo, come altri siti della zona del Finalese, è un luogo “aperto”, facilmente modificabile da agenti esterni: atmosferici e, soprattutto, umani. È notorio, infatti, che questo complesso è stato ed è, a tutt’oggi, esplorato (come dimostrano i toponimi esposti nella presente relazione), anche se con minore frequenza, vista la vegetazione rigogliosa che lo invade.

Rimane comunque possibile ed auspicabile uno studio più approfondito di questo e di altri complessi, anche e soprattutto dal punto di vista archeoastronomico che, al presente, mi sembra il più promettente e stimolante.

By Alfredo Pirondini


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