L’arte rupestre delle Alpi occidentali ed orientali…

Aussois, zona 8

Nell’area alpina l’arte rupestre si manifesta con incisioni e pitture realizzate su pareti rocciose riparate, affioramenti all’aperto, massi erratici e menhir. L’excursus cronologico è piuttosto vasto: ci si muove dal Paleolitico delle aree più periferiche e prealpine, via via attraverso le varie epoche della preistoria, sino a tutta l’età del Ferro…

by Angelo Eugenio Fossati

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L’arte rupestre delle Alpi occidentali ed orientali
nella preistoria: confronti stilistici e cronologici



Nell’area alpina l’arte rupestre si manifesta con incisioni e pitture realizzate su pareti rocciose riparate, affioramenti all’aperto, massi erratici e menhir. L’excursus cronologico è piuttosto vasto: ci si muove dal Paleolitico delle aree più periferiche e prealpine, via via attraverso le varie epoche della preistoria, sino a tutta l’età del Ferro.

Pur essendo diffusa in quasi tutte le vallate alpine, l’arte rupestre si concentra soprattutto in tre grandi aree: la zona attorno al Monte Bego (Fontanalba e Valle delle Meraviglie), nelle Alpi Marittime; ancora ad occidente nella Valle di Susa e nella Savoia, soprattutto attorno ad Aussois; Valcamonica e Valtellina nelle Alpi centro-orientali (con numerosi siti) rappresentano le aree quantitativamente e qualitativamente più importanti di tutto l’arco alpino. Vanno ancora citate alcune zone attorno a Torri del Benaco sul Lago di Garda, e due aree delle Alpi orientali: le incisioni dell’altopiano di Asiago, nel vicentino, e l’arte rupestre del Salisburghese in Austria.

Fig. 1: Guerriero, figura topografica e caccia allo stambecco. Età del Ferro. Aussois, zona 19, Savoia (rilievo di A. Fossati – Le Orme dell’Uomo).

 

In queste aree le incisioni erano realizzate tramite due tecniche prevalenti, la picchiettatura e il graffito, utilizzando, per lo più, strumenti litici che sono stati rinvenuti accanto alle rocce incise. Per le pitture, invece, più diffuse nell’area occidentale della zona alpina e molto meno frequenti nell’area centro-orientale, a causa delle avverse condizioni climatico-ambientali, venivano usate almeno tre tecniche: la pittura liquida, il crayon ed il tampone.

Fig. 2: Scene di caccia e duelli. Età del Ferro. Naquane, Capo di Ponte, r. 35(rilievo di A. Fossati -Le Orme dell’Uomo)

I temi presenti nell’arte rupestre alpina sono riconducibili a poche categorie figurative: esseri umani, animali, manufatti, simboli, figure geometriche, iscrizioni e date, coppelle e canaletti. In alcune di queste tradizioni rupestri le raffigurazioni sono stilisticamente e tematicamente molto simili: Valcamonica-Valtellina e Monte Bego condividono, nei periodi più antichi (cioè tra la fine del Neolitico e l’Antica età del Bronzo), la presenza delle raffigurazioni topografiche e delle armi. E’ probabile che le figure topografiche, le prime “mappe” del territorio, siano state eseguite sulle rocce forse per sancire (tramite una pratica rituale come quella dell’arte rupestre) una divisione reale dei terreni agricoli. Oltre alle armi (alabarde, asce, pugnali), altre figure attribuibili alla fine del Neolitico sono le spirali e i collariformi. Durante la piena età del Rame (III millennio a.C.), si assiste al fenomeno delle stele e dei menhir, monoliti incisi che rappresentano le prime divinità antropomorfe delle genti alpine. L’area camuno-tellina, forse quella che ha restituito fino ad oggi il maggior numero di monumenti, mostra un repertorio figurativo più vasto di quello delle stele degli altri gruppi alpini: sono presenti armi e manufatti vari, animali e antropomorfi, scene agricole, di caccia, di danza. La figurazione più importante è certamente quella del dio Sole, raffigurato come un uomo coronato da un cerchio solare raggiato ed associato alle armi; si trovano però anche due altri personaggi: una divinità femminile, adornata con numerosi monili, ed un’altra divinità maschile, simboleggiata da un mantello fornito di frange. Nell’età del Bronzo, durante il II millennio a.C., sono ancora presenti numerose armi, scene di aratura, scene rituali formate da antropomorfi oranti, simboli o oggetti con valenza simbolica (segni solari e palette). Mentre però la tradizione rupestre del Monte Bego si interrompe alla fine del Bronzo Antico (forse per motivi climatici che impedivano di giungere alle quote alte del Monte Bego), le aree della Valcamonica e Valtellina continuano a mostrare una certa vitalità artistica, almeno fino all’arrivo dei Romani nel 16 a.C.. Lo stesso può dirsi dei siti della Savoia, in particolare della zona di Aussois. Si tratta di una produzione artistica legata ai rituali iniziatici dei giovani dell’aristocrazia guerriera e vi si riconoscono scene di caccia e duelli rituali, corse e danze armate, manufatti (costruzioni, carri, armi, strumenti musicali), scene agricole, simboli (pediformi, coppelle, stelle). Nell’area camuna si trovano anche divinità, e simboli particolari quali la rosa camuna. Vi sono anche iscrizioni in alfabeto “camuno” (una variante dell’alfabeto nord-etrusco), purtroppo non ancora decifrate. Alcune somiglianze tecniche e tematiche si trovano anche nelle due aree alpine più orientali (Altopiano di Asiago e Salisburghese): entrambe utilizzano una tecnica incisoria simile (il graffito a solco), ma i temi presenti mostrano comunanze solo per le fasi storiche (costituite per lo più da figure simboliche quali croci, stelle, scaliformi, date, iscrizioni), mentre quelle protostoriche sono presenti solo in Austria e confinate a tematiche figurative specifiche: zoomorfi, scene di caccia.

Fig. 3: Cavaliere e altri segni tra cui un ascia. Età del Ferro. Aussois, zona 8, Savoia(foto A. Fossati – Le Orme dell’Uomo)

In tutte queste aree le incisioni rupestri sono, in prevalenza, datate ad epoca preistorica e protostorica, ma non mancano figurazioni ed iscrizioni che sono state eseguite in epoca storica, praticamente dall’età romana sino a pochi decenni fa. Con l’arrivo del Cristianesimo si assiste ad un ritorno nelle aree incise che vengono di nuovo istoriate con motivi tratti dalla simbologia cristiana: in molte di queste zone compaiono croci, chiavi, cesoie, nodi di Salomone, guerrieri, castelli e, naturalmente, date ed iscrizioni. Quest’arte però non ha nulla a che vedere con quella preistorica e proto-storica dei periodi precedentemente delineati, ma di volta in volta, ci narra dei suoi esecutori, siano essi stati guerrieri, contadini, pastori o cacciatori.

Fig. 4: Cavalieri e duellanti. Pittura bianca. Età del Ferro. Mompantero, Val di Susa (foto A. Fossati – Le Orme dell’Uomo)

 

L’arte rupestre della zona alpina rappresenta quindi una lunga ed importante tradizione, con espressioni, finalità ed interpretazioni differenti a seconda delle varie fasi.

Fig. 5: Iscrizioni in alfabeto retico realizzate entro binari. Età del Ferro. Schneid Joch, Austria(foto A. Arcà – Le Orme dell’Uomo)

Per saperne di più…
ARCA’ A., FOSSATI A. (a cura di)
1995, Sui sentieri dell’arte rupestre. Le rocce incise delle Alpi. Storia, ricerche, escursioni, Torino, CDA edizioni.

Dr. Angelo Eugenio Fossati
Università Cattolica del S. Cuore, Istituto di Archeologia, Milano –
Cooperativa Archeologica “Le Orme dell’Uomo” 25040 Cerveno (BS) – Italy
Email: ae.fossati@libero.it angelo.fossati@unicatt.it


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