Saint Vincent, nuove incisioni rupestri preistoriche

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Ibex – stambecco

New important prehistoric rock carvings have been found by Eusebio Imperial of the S.Va.PA.– Société Valdôtaine de Préhistoire et d’Archéologie. Among them ibexes and fringed figures. Here a preliminary report by A.E. Fossati. Relazione di A.E. Fossati sulle nuove importanti incisioni rupestri preistoriche con stambecchi e figure frangiate scoperte in Valle d’Aosta.

by A. E. Fossati





Saint Vincent (Aoste). Osservazioni preliminari a seguito di indagine preventiva richiesta dalla Société Valdôtaine de Préhistoire et d’Archéologie e d’intesa con la Soprintendenza ai Beni Culturali della Regione Autonoma Valle d’Aosta

[Dal sito web della S.Va.PA.–Société Valdôtaine de Préhistoire et d’Archéologie, archeosvapa.eu http://www.archeosvapa.eu/?p=743]

Il giorno 14 di Agosto, accompagnato dal Prof. Damien Daudry, presidente della Société Valdôtaine de Préhistoire et d’Archéologie di Aosta e da alcuni membri della stessa, insieme con il dr. Luca Raiteri della Soprintendenza ai Beni Culturali della Regione Autonoma Valle d’Aosta, ho potuto visitare le rocce incise della località nei pressi di St. Vincent. Queste rocce istoriate vennero rinvenute il 7 Giugno 2014 dal Sig. Eusebio Imperial, Membro attivo della S.Va.P.A., durante una perlustrazione intrapresa allo scopo di verificare le rocce con coppelle e canaletti già note nell’area di S. Vincent.

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Stambecchi, figure a frange, figure ad U rovescia (foto S.Va.P.A.)

Durante la mia visita, con l’aiuto delle persone citate sopra, ho potuto utilizzare diversi sistemi di messa in luce delle parti incise, tramite luce radente naturale ed artificiale, usando gli specchi (per indirizzare la luce del sole) e luci artificiali di lampade a led, coprendo la porzione di roccia interessata con un telo di plastica nero. Ho disegnato poi alcune incisioni secondo il metodo del rilievo a contatto, ponendo cioè due fogli di plastica trasparente di misura standard (52×72 cm) a diretto contatto con le incisioni e rilevandole a contatto tramite l’uso di pennarelli indelebili neri e rossi.

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Rilievo a contatto delle figure di stambecco (foto S.Va.P.A.)

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Rilievo a contatto delle figure di stambecco e a polissoir (foto S.Va.P.A.)

Sulla prima roccia si trova uno stambecco a grandi corna in visione frontale, molto ben conservato a causa della posizione quasi verticale sulla superficie e dei colpi profondi della percussione diretta. Poco più in basso un altro stambecco a grandi corna in visione laterale. Scendendo verso valle (verso l’ovest della valle) si può osservare una serie di quattro stambecchi di dimensioni più piccole ma con corna ugualmente in visione laterale, ma con andamento più arcuato. Questi animali sono molto poco conservati e si riconoscono soprattutto a causa della presenza delle corna realizzate a semicerchio. Questa porzione della roccia, meno verticale, infatti, sembra più esposta alle intemperie della parte soprastante. Tutti gli stambecchi raffigurati, malgrado rappresentino animali adulti, mostrano le corna senza il tipico accrescimento visibile negli esemplari reali e senza la barba sotto il mento. Su questa roccia si trovano anche altri segni incisi, alcuni a percussione, di difficile interpretazione ed associati agli stambecchi. Si possono osservare anche segni a polissoir con sezione a V, forse utilizzati come affilatoi di strumenti di lavoro o di armi. Le figure di questa prima roccia non sembrano mostrare sovrapposizioni tra di loro.

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Stambecco con corna in visione frontale (foto S.Va.P.A.)

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Stambecchi, figure a frange, figure ad U rovescia (foto S.Va.P.A.)

La seconda roccia, quella a sud, come già detto presenta una superficie meno inclinata della prima, pertanto le figure appaiono decisamente più consunte, ma comunque ancora visibili, soprattutto se osservate a luce radente. Si osservano ancora numerosi stambecchi (almeno 4) con corna in visione laterale e frontale; almeno 5 figure a frange (costituite cioè da una linea retta orizzontale da cui scendono in senso verticale segmenti paralleli tra loro), che paiono sovrapporsi alle corna di almeno uno degli stambecchi e contemporaneamente sembrano tagliate da segni ad U rovescia, in un caso avvicinati mentre in altri due casi uniti a formare una sorta di figura “a lituo” o ad uccello con ali spiegate.

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Stambecchi, figure a frange, figure ad U rovescia (foto S.Va.P.A.)

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Stambecco, figure a frange, figure ad U rovescia (foto S.Va.P.A.)

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Stambecchi a corna arrotondate (foto S.Va.P.A.)

Si osservano su questa roccia anche due oranti schematici con arti rigidi e braccia sollevate verso l’alto o rivolte verso il basso. In un caso sembra di osservare una figura maschile, l’altra pare femminile.

La complessità di osservazione di queste figure e la brevità della mia visita hanno impedito la realizzazione di un rilievo preliminare delle raffigurazioni di questa roccia.

Suggerimenti cronologici ed interpretativi

Ovviamente ci sembra presto per poter eseguire osservazioni di tipo cronologico ed interpretativo in mancanza di una documentazione scientificamente corretta (rilievo a contatto) ed uno studio approfondito delle due rocce incise.

La presenza degli stambecchi è nota nell’arte rupestre della tradizione rupestre della Valcamonica e della Valtellina. Essi sono soprattutto presenti nell’arte delle stele-menhir istoriate dell’età del Rame (un bell’esempio è visibile sulla stele Cemmo 9), ma non mancano anche esempi databili all’età del Ferro, soprattutto in Valtellina, mentre l’animale preferito in Valcamonica rimane il cervo rosso. In molti casi gli stambecchi sono forniti di corna con anelli di accrescimento, ma questa non è una regola.

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A sinistra (foto): stambecchi con e senza anelli di accrescimento, Cemmo 9, età del Rame. In alto: stambecco dalla stele Tirano-Lovero, Valtellina (età del Rame). Sotto: Scena di caccia allo stambecco da Aussois, Le Lozes, Alta Moriana, età del Ferro (rilievo di A. Fossati)

Le Alpi occidentali rimangono senza dubbio l’area dove gli stambecchi sono maggiormente raffigurati nell’arte rupestre del I millennio a.C. Ricordiamo gli animali raffigurati nel complesso petroglifico di Aussois e la bella roccia incisa di Lanslevillard in Alta Moriana.

La raffigurazione di questi stambecchi è piuttosto naturalistica in confronto con gli animali della roccia nei pressi di St. Vincent, stilisticamente non comparabili. Le figure di Aussois e di Lanslevillard sono inserite, tra l’altro, in scene di caccia; si osservano, infatti, i cacciatori e i cani. Un confronto iconografico più stringente può essere proposto con la scena dei cervi dipinti in rosso al Rocher du Château a Bessans, sempre in Moriana. Qui un gruppo di cervi maschi, con corna ben ramificate come quelli che si radunano prima della stagione degli amori, sembra muoversi nella medesima direzione, ma non fa parte di scene di caccia. Questa scena può forse essere datata all’età del Rame.

Esempi più vicini dal punto di vista stilistico e compositivo possono essere ricercati nell’arte megalitica della Bretagna. In particolare due frammenti istoriati di uno dei grandi menhir spezzati, chiamati Marchand-Gavrinis, e proveniente dal sito di Locmariaquer, mostrano due animali con grandi corna in visione frontale e laterale. La letteratura li definisce bovidi, ma la forma delle corna richiama quella degli stambecchi di St. Vincent, a cui possono probabilmente essere accostati anche cronologicamente. I menhir sono evidentemente antecedenti ai dolmen in cui sono stati riutilizzati dopo la frammentazione, e possono essere datati al Neolitico Medio, attorno al 4300 a.C.

Questa datazione può anche essere proposta provvisoriamente anche per le figure di St. Vincent, per motivi stilistici e compositivi e in considerazione della vicinanza col complesso di incisioni di Chenal Montjovet, certamente databile alla stessa fase. Le motivazioni delle incisioni del riparo di Chenal sono ovviamente differenti, da rimandare probabilmente all’ambito funerario. Le figure di frange e di U rovescia trovano confronti stringenti nell’arte delle pitture neolitiche anche nella zona alpina e, nell’arte megalitica dell’età del Rame, ad es. nelle stele di Aosta e Sion.

Proposta di lavoro

Nessuna seria proposta cronologica ed interpretativa può essere affrontata senza uno studio complessivo delle composizioni incise di St. Vincent. Suggerisco, pertanto, che si intraprenda senza indugi il rilievo a contatto delle istoriazioni preistoriche, anche in considerazione della vicinanza del sito alla strada nazionale, prossimità che può mettere a rischio la conservazione delle incisioni rupestri, già minacciate dalla presenza di alcune scritte recenti.

Desidero ringraziare il Prof. Damien Daudry e i membri della Société Valdôtaine de Préhistoire et d’Archéologie per l’invito a visionare le rocce incise e per la consueta accoglienza e disponibilità e il dr. Luca Raiteri della Soprintendenza ai Beni Culturali della Regione Autonoma Valle d’Aosta per i suggerimenti forniti. Un plauso va all’attento scopritore di queste rocce incise, Eusebio Imperial, grazie alle quali un nuovo tassello si aggiunge alle già puntuali conoscenze attuali della Preistoria valdostana.

Cerveno, 25 Agosto 2014

prof. Angelo Eugenio FOSSATI

Insegnamento di Preistoria e Protostoria
Università Cattolica del S. Cuore di Brescia – Via Trieste, 17 – 25121 BRESCIA
Società Cooperativa Archeologica “Le Orme dell’Uomo” – 25040 CERVENO

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1 settembre 2014, la Société valdôtaine de Préhistoire et d’Archéologie trasmette la relazione sulle incisioni rupestri recentemente scoperte

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7 ottobre 1014, l’Assessore all’Istruzione e Cultura e il Soprintendente del Dipartimento soprintendenza per i beni e le attività culturali e ringraziano la S.Va.P.A. per l’importante segnalazione


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