Il Forte di Exilles
Posto in una strettoia naturale della valle di strategica importanza per il controllo dell'itinerario transalpino, Exilles ha origini antichissime e con il nome di Excingomagus costituiva uno degli oppida dei celti del regno di Cozio. Anche dopo la conquista romana fu sede di un insediamento militare; successivamente fortificazioni sempre più imponenti si succedettero senza soluzione di continuità fino ai giorni nostri, trovando la loro giustificazione nella vicinanza con il confine tra Savoia e Delfinato prima e tra Italia e Francia poi.
Già il cronista della Novalesa ci parla di una torre distrutta dai Franchi nell'VIII secolo. Le cronache del Trecento descrivono una struttura complessa con un maschio circondato da due ordini di mura, e abbiamo notizia di lavori fatti nel secolo successivo per permettere l'ingresso nel castello di alcuni pezzi d'artiglieria.
Nel secolo successivo, il castello si trova al centro di lunghi e accaniti scontri, quando Carlo Emanuele I di Savoia cerca di trarre vantaggi territoriali dalle guerre di religione tra cattolici e ugonotti che insanguinano la Francia. Il Duca riuscirà anche a espugnarlo nel 1593, per perderlo nuovamente due anni dopo.
All'inizio del Seicento si impongono lavori di ammodernamento, sotto la guida dell'ingegner Jean de Beins, non essendo più la vecchia struttura castellana in grado di reggere all'urto dell'artiglieria. Tra il 1681 e il 1687 viene qui ospitato il misterioso prigioniero passato alla storia come la Maschera di Ferro. Fiumi di inchiostro sono stati scritti su questo personaggio e sul motivo per cui venne incarcerato a vita, anche se pare con un trattamento di riguardo, e con il volto coperto per impedirne il riconoscimento.
Nel 1708 la fortezza viene definitivamente conquistata dai Savoia, e nuovamente si rendono necessari drastici lavori di ristrutturazione, soprattutto per ottenere il ribaltamento delle difese, prima rivolte a est, mentre ora il potenziale nemico arriva da ovest. Tali lavori vengono svolti tra il 1728 e il 1733 sotto la direzione di Ignazio Bertola. Il nuovo forte resisterà ad alcuni attacchi subiti negli anni successivi, ma non è ancora quello che possiamo vedere oggi, in quanto nel 1796 la pace di Parigi ne impone la demolizione.
La fortezza venne ricostruita nelle forme attuali tra il 1818 e il 1829 su progetto del colonnello Giovanni Antonio Rana. Era dotata di 22 moderni pezzi d'artiglieria e, come tutti gli altri forti della zona, venne disarmata nel 1915 per poter trasferire le armi sul fronte orientale. Dopo il 1918, mantenne solamente il ruolo di Centro di mobilitazione del Battaglione alpino Exilles e perse definitivamente ogni funzione militare nel 1943. Oggi la struttura è di proprietà della Regione Piemonte, ma il progetto di recupero e di allestimento di un museo della storia militare delle Alpi non è sino ad ora decollato per difficoltà burocratiche e finanziarie.
Da segnalare infine che la fortezza era solo una parte, anche se la più appariscente, di un complesso sistema difensivo che interessava i due versanti della valle e lo spartiacque tra Valle di Susa e Val Chisone, e di cui oggi restano ancora numerose vestigia.
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The Exilles Fortress
The town of Exilles, placed in a natural bottle-neck of a strategically important valley, has ancient origins. With the name of Excingomagus it constituted one of the oppida of the of the Cozio Kingdom Celts. Also after the Roman conquest it was centre of a military settlement. Subsequently more and more imposing fortifications were built, finding their justification in the vicinity of the border between Savoy and Delfinato before and Italy and France then. Yet in the VIII century the Novalesa reporter speaks about a tower destroyed by the Franks. The reports of the 1300's describe a complex structure with a dungeon surrounded by two circles of walls.
In the successive century, the castle stays in the middle of long and upset battles, when the Duke Carlo Emanuele of Savoy tries to obtain territorial advantages from the French religion wars between Catholics and Huguenots. The Duke conquered the castle in 1593, but lost it newly two years after.
At the beginning of the 1600's the engineer the Jean de Beins undertook some modernisation works, as the old castle structure was not able to resist artillery. Between 1681 and 1687 was hosted here the mysterious prisoner passed to the history with the name of the Iron Mask.
In the 1708 the fortress comes definitively conquered by the Savoy Kings. Again drastic jobs of modernisation become necessary, above all in order to obtain the upsetting of the defence, until then turned to east, while now the potential enemy arrives from the west. Such jobs were directed from 1728 to 1733 by Ignazio Bertola. The new fortress resists to some attacks endured in the successive years, but it is not the same that we can see today, which demolition was imposed in 1796 by the treaty of Paris. The fortress has been reconstructed with the actual shape between 1818 and 1829, under the plan of the colonel Giovanni Antonio Rana. It was equipped of 22 modern pieces of artillery and, like all the other fortresses of the zone, was disarmed in 1915 to transfer the weapons on the oriental front. After 1918, it maintained only the role of Centre of mobilisation of the Alpine battalion Exilles and lost definitively every military function in 1943. Today the structure is property of the Piedmont Region.
It must finally be outlined that the fortress was only a part, even if the more striking, of a complex defensive system that interested the watershed between Susa Valley and Chisone Valley. Still today various remains of it can be seen.
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