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Arcà Andrea, 2007.
Le raffigurazioni topografiche, colture e culture preistoriche nella prima fase dell’arte rupestre di Paspardo, In: FOSSATI A. E. (a cura di), La Castagna della Vallecamonica. Paspardo, arte rupestre e castanicoltura, Atti del Convegno interdisciplinare, Paspardo 6-7-8 ottobre 2006, Paspardo, pp. 35-56. Bibliografia a cura di Oriana Bozzarelli.
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Le raffigurazioni topografiche
colture e culture preistoriche nella prima fase dell’arte rupestre di Paspardo
LE PIÙ ANTICHE TESTIMONIANZE ICONOGRAFICHE NELLA STORIA DELL’AGRICOLTURA E DELLA TOPOGRAFIA.
Esiste uno strumento a disposizione dell’archeologo per “leggere” l’articolazione dei paesaggi antropizzati della preistoria: è fornito dall’archeologia rupestre, e in particolare dall’analisi delle immagini depositate in quell’immenso archivio litico figurativo che è l’arte rupestre alpina ed europea.
Una parte di queste immagini assume caratteristiche fortemente geometriche, ripetitive nella moltiplicazione di moduli rettangolari, quadrati, circolari, allineamenti di pallini e linee perimetrali; sono composizioni che appartengono principalmente a due fasi cronologiche: quella antica, pertinente al passaggio Neolitico-età del rame, e quella recente, di quasi tre millenni più giovane, da riferire alla media età del Ferro. Tali composizioni sono state da più autori interpretate come raffigurazioni del territorio, e in particolare del territorio antropico; mostrano cioè nella loro articolazione geometrica quelli che possono essere verosimilmente interpretati come campi coltivati e/o veri e propri insediamenti agricoli.
Nell’area di Paspardo (Valcamonica) le composizioni topografiche sono ampiamente diffuse; è un patrimonio che rende tale territorio una zona privilegiata, grazie alla presenza di raffigurazioni topografiche antiche (IV-III millennio a.c.), che costituiscono nei fatti le prime rappresentazioni iconografiche sulla nascita dell’agricoltura.
La fase topografica dell’arte rupestre di Paspardo testimonia e racconta della nascita delle più antiche comunità stanziali, dell’originaria messa a coltura dei terreni, delle prime mietiture e delle arature pionieristiche. A questi primati se ne aggiungono altri, relativi alla storia della cartografia, con le più antiche rappresentazioni zenitali di un territorio antropizzato, e soprattutto alla storia dell’agricoltura, con le prime testimonianze iconografiche delle pratiche di coltivazione, in primis riguardo all’introduzione dell’aratro. E’ dunque la cultura figurativa di Paspardo che ci parla della coltura del suo territorio, grazie alle solide capacità di conservazione del più straordinario archivio mai lasciato in eredità dalle comunità che hanno popolato nei millenni il territorio alpino, il libro di pietra dell’arte rupestre di Paspardo e della Valcamonica.
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